Relazione Attività | 2020

Dati Societari: 

Data di costituzione: 23/06/2009

P.IVA 05832080823

Cooperativa Sociale (Iscrizione Albo Regione SICILIA delle Coop. Sociali con mutualità prevalente)

Sede legale: via U. Giordano, 2 – 90144 Palermo 

Rappresentante Legale: dott.ssa Carmela Sorrentino

Contatto Legale Rappresentante 3395252307

Email/pec presidenza@cooperativa3p.org presidenza@pec.cooperativa3p.org 

Sito web www.cooperativa3p.org 

Piano di sviluppo

Sin dalla Sua costituzione la Cooperativa 3P è stata in continua crescita, e il suo modo di operare nel settore dell’assistenza è diventato ben presto un modello tangibile con l’apertura della Casa Accoglienza Tartaruga I.

I risultati ottenuti ci hanno permesso nel giro di pochi anni di realizzare dei progetti complementari con l’apertura della Casa Accoglienza Tartaruga II e la Casa Accoglienza per Minori 14-17 Albatros, successivamente chiusa e riaperta nel 2020 come comunità alloggio per donne gestanti e madri con figli centro Kore. 

Inoltre, gli obiettivi raggiunti ci hanno permesso di essere un punto di riferimento nel settore socioassistenziale, tanto da offrire come ulteriore servizio quello di sostegno nella progettazione e nella fase di start-up, organizzando incontri di formazione, trasferimento buone prassi e incontri di supervisione per altri enti con gli stessi obiettivi. 

Nel 2016, è stato possibile inoltre ingrandire i nostri progetti con l’aumento della recettività, ovvero numero di ospiti presenti nelle Case di Accoglienza.

Per raggiungere questi obiettivi, la Cooperativa ha potuto far riferimento ad uno staff competente di figure professionali sia nel campo educativo che in quello amministrativo che hanno consentito questa crescita, creando dei posti di lavoro tanto che si è passati da n. 12 dipendenti a circa 30 dipendenti tra amministrativi, responsabili, educatori, apprendisti. Inoltre in organico abbiamo anche una psicologa ed un’assistente sociale

L’ente inoltre è socio della Società Cooperativa Sociale CONSORZIO TARTARUGA, il quale fra le diverse attività portate avanti gestisce il Centro Antiviolenza 3P, un luogo di accoglienza per madri e minori vittime di violenze e maltrattamenti. Sulla scorta e nel rispetto dello scopo mutualistico La Cooperativa, conformemente all’art. 1 della Legge 381/1991, non ha scopo di lucro e si propone di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini sviluppando fra essi lo spirito mutualistico e solidaristico mediante la gestione di servizi socio-assistenziali ed educativi.

La cooperativa si configura pertanto come cooperativa sociale a scopo plurimo: l’attività di gestione dei servizi socio-assistenziali ed educativi è connessa con quella di avviamento al lavoro di soggetti svantaggiati.

La Cooperativa 3P gestisce n. 3 case di Accoglienza. 

Case di accoglienza

Sulla scorta e nel rispetto dello scopo mutualistico la Cooperativa, conformemente all’art. 1 della Legge 381/1991, non ha scopo di lucro e si propone di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini sviluppando fra essi lo spirito mutualistico e solidaristico mediante la gestione di servizi socio-assistenziali ed educativi.

La Cooperativa si configura pertanto come cooperativa sociale a scopo plurimo: l’attività di gestione dei servizi socio-assistenziali ed educativi è connessa con quella di avviamento al lavoro di soggetti svantaggiati. 

  L’Unità Organizzativa Aziendale Comunità Residenziali si occupa di gestire e coordinare gli interventi di tipo residenziale svolti nelle diverse strutture gestite dalla società cooperativa.

  Nello specifico 3 case di accoglienza per donne gestanti e madri con figli

  • Casa Tartaruga I 
  • Casa Tartaruga II
  • Centro Kore 

Si tratta di comunità di tipo familiare, finalizzate all’accoglienza temporanea, di donne con minori, che necessitino di un luogo sicuro, in cui sottrarsi a situazioni di maltrattamento e violenza, si tratta, dunque, di un contesto nel quale intraprendere un percorso di allontanamento emotivo e materiale dalle relazioni violente, recuperando le proprie capacità progettuali. I motivi per cui vengono inserite riguardano anche il disagio abitativo, carenza nelle competenze genitoriali,  dispersione scolastica e così via.

Perché una Comunità mamma –bambino ?

Una comunità Mamma – Bambino è da considerarsi come strumento alternativo per l’allontanamento (spesso definitivo) del minore dal proprio nucleo familiare.

Un minore vittima di maltrattamento, abuso o semplicemente che vive situazioni di disagio intra-familiare, spesso viene allontanato dalla famiglia ritenendo che l’inserimento in una comunità per minori sia certamente l’ultima alternativa valida per cercare di tutelarlo.

L’allontanamento dal proprio nucleo familiare con conseguente inserimento presso una comunità per minori spesso diventa definitivo fino al raggiungimento della maggiore età, segnando in modo profondo il vissuto del ragazzo e con costi enormi per la collettività.

Pertanto la comunità mamma-bambino va classificata come un mezzo alternativo ove la violenza o il maltrattamento giunga da persone diverse dalla madre. In questo caso il minori si inserisce in comunità congiuntamente alla madre per brevi periodi al fine di verificare e risolvere i problemi di violenza e/o maltrattamento e contestualmente verificare la capacità genitoriale cosi da prevedere un reinserimento in famiglia dopo aver eliminato le cause che ne hanno consigliato l’allontanamento. La comunità quindi consente ai minori di non perdere uno dei legami più importanti per la loro vita, offrendo anche la possibilità alla madre di dimostrare la sua capacità nell’esercizio del suo ruolo genitoriale, in quanto spesso, la condizione problematica di vita costituisce una difficoltà reale alla presa in carico e alla responsabilità dell’accudimento.

Premessa:

Il percorso d’inserimento della mamma con i loro minori è effettuato dal servizio Socio-Psicologico della cooperativa, composta da uno staff di professionisti, che allertato dai servizi sociali o dalle forze dell’ordine oltre che dalla rete nazionale antiviolenza garantisce il primo intervento e l’inserimento nella comunità di primo livello.

Ai bambini che entrano, con i loro genitori, in comunità vengono garantiti spazi di “normalità” legati alla loro età ed alle loro esigenze: frequenza di asilo o scuole, gestione del tempo libero con coetanei.

Il sostegno alla coppia genitore/bambino si concentra particolarmente sulle condizioni dell’autostima del genitore come persona e sulla ricerca di una condizione positiva e gratificante nella relazione di cura con il figlio. Lo  spazio comunicativo e dialogante, basato sulla costruzione di relazioni e di legami intessuti nella quotidianità, caratterizzati dal confronto continuo, si propone come un contenitore in cui i genitori possono incontrarsi e relazionarsi in gruppo, in momenti socializzanti e ricreativi e nello stesso tempo usufruendo di un rapporto privilegiato con figure di riferimento  qualificate. In tal senso si favorisce la possibilità concreta di disporre di uno spazio di ascolto e di comunicazione, estremamente flessibile e che dipende dalle esigenze e richieste degli utenti stessi.

L’intervento ha alcuni aspetti peculiari che lo rendono di per sé complesso, quale ad esempio il difficile equilibrio tra la tutela dei minori affidati e le condizioni che garantiscono un percorso psicologico per i genitori (spesso difficile, soggetto a frequenti crisi demotivazionali, soprattutto quando percepito come obbligato); tali aspetti rendono infatti indispensabile l’integrazione degli strumenti, all’interno di un modello a rete, in cui gli ospiti (sia come persone che come genitori) possano riappropriarsi delle proprie risorse e capacità in un’ ottica di reale reinserimento nella società. Pertanto, al centro dell’intervento clinico multifocale, sia di tipo intrapsichico (in gruppo e individuale di sostegno alla donna e alla coppia madre/bambino) che di inserimento sociale (guida all’accudimento e alle cure giornaliere del bambino, formazione e inserimento lavorativo), si prevede un intervento anche con la singola persona, per aiutarla a confrontarsi ed affrontare la propria storia ma, anche, un intervento per sostenere la persona  nella costruzione della propria autonomia e per sostenerla anche nell’esercizio della funzione genitoriale.

L’esperienza della confidenza e della fiducia familiare apre ai valori della partecipazione e della responsabilità, educando al senso etico e sollecitando i propri membri a prendersi cura gli uni degli altri; in tal senso le responsabilità parentali, derivano da genitori chiamati innanzitutto ad essere adulti e a proporsi come esempi, positivi e propositivi, di identificazione per i propri figli. Dunque, l’intervento rivolto ai genitori deve configurarsi sia come creazione di un sostegno psico-educativo rivolto alle donne, al fine di  garantire ai loro bambini accudimento ed educazione adeguati per il sostegno al ruolo e alle competenze genitoriali sia per l’approfondimento della propria funzione genitoriale, favorendo anche lo scambio e l’aiuto reciproco.

L’organizzazione delle competenze genitoriali richiede una serie di interventi concertati: offrire momenti ed incontri di scambio perché le mamme possano confrontare la loro esperienza, approfondire e sperimentare metodologie concrete e attive nella relazione con i figli, approfondire le motivazioni della scelta genitoriale e la formazione sui vari aspetti dell’educazione dei figli.         L’ascolto dei diversi punti di vista e sensibilità educative mira a promuovere una cultura e un’etica della genitorialità sempre più consapevole.  

Attraverso azioni mirate, che affondano le loro radici nella cultura della partecipazione e della condivisione, si intende offrire sostegno alla genitorialità: esperienze di auto-aiuto, accoglienza e impegno di integrazione delle donne in difficoltà.

Nello specifico l’intervento si può inserire tra le attività di sostegno della genitorialità in presenza di disagio personale e sociale pesante (come abuso di sostanze, problemi di personalità, violenze subite, emarginazione sociale, gravi difficoltà economiche, etc.) che comprenda un percorso di prevenzione per i loro figli minori, dove l’obiettivo non consiste nel rimpiazzare le figure genitoriali problematiche o assenti, ma nel ricostruire, all’interno di percorsi terapeutici ed educativi, le funzioni essenziali della crescita psicologica dei genitori e di commisurarle alle reali esigenze dei figli in età evolutiva. 

Concretamente si offre al fine di un servizio di portare il genitore a  riconoscere e/o ricostruire le classiche funzioni genitoriali: lo spazio materno che garantisce l’accudimento e l’accoglienza incondizionata, la comunicazione affettiva e la capacità di rispondere al bisogno, la sicurezza di base e l’elaborazione dei sentimenti e delle emozioni, oltre che la crescita dell’autonomia, il contenimento delle pulsioni e l’adattamento al reale, la funzione normativa e l’inserimento nel contesto sociale.

Obiettivi:

Obiettivi generali

  • Garantire accoglienza e supporto a minori e donne vittime di maltrattamento familiare e violenza; 
  • Sviluppare insieme ai soggetti accolti un progetto di cambiamento;
  • Fare emergere e potenziare le risorse dei soggetti accolti;
  • Realizzare attività di formazione-informazione rivolte ai soggetti accolti in relazione alle specifiche esigenze e alle peculiarità della fase evolutiva attraversata;
  • Creare intorno ai soggetti accolti una rete di sostegno e supporto per l’elaborazione del disagio e del conflitto;
  • Attivare percorsi di collaborazione con i servizi e i soggetti istituzionali preposti ad affrontare situazioni familiari di violenza e maltrattamento;
  • Creare sinergie con il mondo del volontariato, al fine di sviluppare un senso di responsabilità civile che renda la comunità realmente “educante”.

Obiettivi specifici

Accoglienza 

  • Garantire l’accoglienza dei soggetti all’interno della struttura e creare le condizioni necessarie affinché si sviluppi un senso di appartenenza al gruppo formato dagli ospiti e dagli operatori;
  • Garantire le prestazioni e i sussidi necessari al trattamento del caso ed all’inserimento degli ospiti nella struttura;
  • Monitorare costantemente la “storia” di ogni soggetto accolto all’interno della struttura, stilando una cartella personale contenente:
  • documenti di carattere anagrafico, sanitario, ed altro;
  • scheda di anamnesi medica e psico-sociale da compilare all’ingresso in comunità e da aggiornare periodicamente;
  • relazioni psico-sociali.

Mantenimento

  • Somministrare il vitto adatto per qualità e quantità,  distribuito nei pasti giornalieri, alle esigenze dei soggetti accolti, nel rispetto delle norme per una corretta alimentazione;
  • Garantire l’igiene personale quotidiana del soggetto;
  • Assicurare  l’igiene degli indumenti e della biancheria, attraverso il servizio di lavanderia e stireria;
  • Assicurare il controllo sanitario degli ospiti, in accordo con le strutture sanitarie di base competenti per i vari interventi;
  • Assicurare la continuità scolastica dei minori accolti nella struttura.

Tutela

La Tutela degli ospiti è garantita dal raccordo costante con il Tribunale di riferimento e con la Procura Minorile oltre che con i servizi sociali di riferimento per i minori inseriti, spesso sottoposti a vincoli prescrittivi dell’autorità giudiziaria, pertanto è necessario:

  • Riferire agli organi competenti le condizioni psico-fisiche dei soggetti e il rapporto che intercorre con i familiari e il contesto d’origine, qualora non sussistano prescrizioni che vietino le visite da parte di questi ultimi;
  • Segnalare i casi di assenza;
  • Lavoro di rete con i servizi socio assistenziali.

Educazione/formazione

  • Fornire un servizio di sostegno scolastico, al fine di creare per i minori accolti le condizioni più favorevoli ad ottenere un buon rendimento;
  • Organizzare quotidianamente il tempo libero dei soggetti accolti,  attraverso attività formative ludico-ricreative e culturali;
  • Le attività di verifica della capacità genitoriale saranno esplicitate attraverso la formazione delle mamme e l’inserimento lavorativo. I percorsi di educazione sono di tipo formale e non formale anche grazie agli accordi di partenariato con gli enti di formazione stipulati dalla cooperativa;
  • Favorire i contatti del minore con la comunità e con il territorio nelle sue varie espressioni;
  • Elaborare un progetto individuale d’intervento da sottoporre a verifiche periodiche in base agli obiettivi del progetto, d’intesa con il G.O.I.A.M., i Servizi Sociali e con tutti gli altri servizi coinvolti nella gestione del caso;
  • Fornire agli adulti accolti le informazioni necessarie per un eventuale inserimento nel mondo del lavoro e ogni altra notizia utile affinché essi godano dei propri diritti.

Beneficiari

I beneficiari diretti sono  mamme e bambini allontanati temporaneamente da situazioni di vulnerabilità e pregiudizio che vengono accolti presso le nostre strutture residenziali.

Gli inserimenti nella comunità avvengono per :

  • Invio da parte della Procura Minorile o del Tribunale per i minorenni 
  • Ai sensi dell’art 403.cc 
  • Invio da parte dei  Servizi Sociali territoriali pubblici e privati
  • Invio da parte delle Aziende Sanitarie 
  • Invio da parte del Servizio di rete nazionale antiviolenza Governativa 1522

Da segnalare come nell’ultimo periodo anche privati cittadini o appartenenti alla rete familiare hanno segnalato casi d’invio, in questo caso specifico gli inserimenti avvengono o dietro raccordo con la procura dei minori o attraverso i servizi sociali territoriali.

Breve descrizione dell’intervento

L’intervento in favore dei soggetti può essere suddiviso in diverse fasi, strettamente connesse tra loro; per ogni fase viene indicato il referente tecnico:

  • L’ammissione del soggetto costituisce la prima azione progettuale, in quanto segna la presa in carico dello stesso.

Referente tecnico: Responsabile dell’Unità Organizzativa Servizio Psico-Sociale della cooperativa e dal Responsabile della Comunità.

  • La fase di valutazione della natura e delle cause del disagio consente la costruzione di un progetto di cambiamento individualizzato, sul modello del Progetto Educativo Individuale (P.E.I.), perno delle moderne istituzioni educative, all’interno del quale sono compresi la valutazione del danno e i possibili spazi di recupero della famiglia. 

Referente tecnico: Responsabile P.E.I e Responsabile della Comunità.

Dunque, la struttura di accoglienza, nel generare e co-gestire, insieme ai destinatari dell’intervento, un progetto educativo-assistenziale individualizzato (P.E.I.), privilegia i seguenti aspetti:

  • Valutare l’entità del disagio individuale e relazionale del soggetto, in relazione alla sua storia personale e familiare;
  • Progettare/attuare occasioni di costruzione, sviluppo e consolidamento, del senso di identità del soggetto, promuovendo e sostenendo l’inserimento degli ospiti all’interno di reti formali ed informali di sostegno esterne alla struttura residenziale, nonchè individuando e favorendo lo svolgimento di attività e l’instaurarsi di relazioni connotate in senso positivo dal punto di vista valoriale e morale;
  • Garantire lo svolgimento di tutte le azioni (di sostegno, educative, di assistenza) funzionali ad assicurare un contesto stabile e coerente all’interno del quale il soggetto possa ricostruire un adeguato concetto di sé ed elaborare un personale progetto di crescita orientato allo sviluppo di una dimensione identitaria, affettiva e sociale autonoma;
  • Favorire, implementare e sostenere lo sviluppo nei minori accolti l’acquisizione delle competenze cognitive, affettive e sociali adeguate ad inserirsi a pieno titolo nel mondo degli adulti, motivando alla progettualità ed al cambiamento;
  • Favorire nei minori accolti la costruzione rapporti di interdipendenza con il mondo dei pari e con quello degli adulti e porre in essere azioni educativo-formative rivolte alle donne e finalizzate ad arginare, ridimensionare e bloccare processi pregressi o in atto di marginalizzazione e chiusura dello stesso minore nei confronti del mondo esterno.

Il coinvolgimento delle associazioni di volontariato, oltre al valore di crescita della coscienza civile collettiva e individuale, consente una migliore gestione della struttura, dal momento che i volontari sono coinvolti in tutte le attività sopra citate (dalla realizzazione delle attività formative, all’accompagnamento dei soggetti accolti al di fuori della struttura, alla manutenzione della stessa, ecc..).

All’interno della struttura vengono pianificati percorsi di fuoriuscita, avvalendosi della collaborazione dei servizi sociali e della rete di solidarietà costituitasi intorno alla struttura.

La permanenza massima dei soggetti accolti nella comunità di primo livello è prevista per un massimo di 180 giorni, con eventuali proroghe stabilite dall’equipe della Casa e dalle Istituzioni coinvolte nella gestione del caso sulla base di particolari esigenze presentate dallo stesso. Nella comunità di secondo livello invece i tempi di permanenza sono demandati, come previsto per leggi, all’autorità giudiziaria minorile.

Al fine della realizzazione delle sopra esposte azioni verrà adottata una metodologia basata sulle seguenti strategie:

  • Tecniche di pianificazione e programmazione delle attività quotidiane (cura della persona, formazione, attività educative, condivisione dei pasti, studio, attività ricreative, riposo…);
  • Tecniche di socializzazione, al fine di utilizzare il gruppo come “luogo” all’interno del quale mobilitare le risorse e le potenzialità di ognuno; 
  • Tecniche di gestione del tempo libero saranno divise tra le attività delle mamme e quelle dei minori ( animazione, tecniche grafico pittoriche e manipolative, organizzazione di feste, festeggiamento delle ricorrenze…);
  • Metodologie didattiche tradizionali e strategie ludiche atte ad incrementare le strategie di apprendimento e favorire la motivazione all’apprendimento; Le attività didattiche sono tutte supervisionate 
  • Articolazione del lavoro d’équipe ( compilazione di un diario di bordo, riunioni d’equipe, supervisione);
  • Monitoraggio, verifica e valutazione delle azioni progettuali. Tali metodologie presentano anche la finalità di garantire l’integrazione tra le diverse azioni del progetto.

Referente tecnico per quel che attiene all’impianto metodologico è lo psicologo supervisore.

Gli indicatori di seguito specificati sono collocati all’interno di un sistema di monitoraggio a cadenza trimestrale, finalizzato a verificare l’efficacia delle azioni progettuali e il raggiungimento degli obiettivi delle stesse.

Il monitoraggio è attuato sulla base di indicatori disaggregati in relazione agli obiettivi specifici del progetto e riguardanti sia gli aspetti quantitativi che qualitativi:

Accoglienza

  • qualità della relazione tra gli ospiti e tra gli ospiti e gli operatori;
  • completezza della documentazione relativa ad ogni soggetto accolto dalla presa in carico alla verifica in itinere dell’intervento.

Mantenimento

  • grado di autonomia dei soggetti accolti nel mantenimento dell’igiene personale e della cura di sé;
  • numeri di controlli sanitari effettuati in accordo con le strutture sanitarie;
  • frequenza scolastica dei minori accolti.

Tutela

  • qualità e quantità dei contatti con gli organi competenti riguardo le condizioni psicofisiche dei soggetti e alle eventuali situazioni del contesto d’origine.

Educazione/Formazione

  • rendimento scolastico dei minori accolti;
  • qualità e quantità delle attività ricreative finalizzate alla gestione del tempo libero;
  • numero dei contatti dei soggetti accolti con la comunità e il territorio;
  • numero dei soggetti adulti inseriti nel mondo del lavoro o della formazione.

Attività formative di supporto al personale

La cooperativa ritiene che il costante aggiornamento del personale in servizio presso le proprie strutture sia  un punto di forza per un lavoro di qualità.

L’azione formativa si svolge, quindi, in modo continuo e affronta le seguenti problematiche:

  • caratteristiche specifiche delle diverse fasi del ciclo di vita, con particolare attenzione all’età dello sviluppo e all’età adulta dal punto di vista fisiologico, psicologico e relazionale;
  • strategie di organizzazione della struttura residenziale;
  • modalità di organizzazione del lavoro di équipe (funzioni delle diverse figure professionali, suddivisione dei ruoli, strategie finalizzate all’ottimizzazione della collaborazione tra i vari operatori, lavoro di gruppo etc.);
  • metodologie e tecniche di assistenza ed  educazione dei minori;
  • elementi di legislazione per la tutela dei minori e delle donne;
  • le pari opportunità: aspetti teorico – ideologici e dimensione operativa;
  • acquisire le competenze necessarie per la gestione della struttura residenziale;
  • sviluppare la capacità di costruire relazioni significative con gli utenti;
  • sviluppare la capacità di comunicazione, ascolto e osservazione, al fine di individuare le caratteristiche specifiche di ogni utente e mettere in atto modalità relazionali adeguate a ciascuno di essi;
  • acquisire strategie atte a motivare gli utenti a far sì che essi esprimano le proprie risorse e potenzialità;
  • sviluppare la capacità di collaborazione e cooperazione all’interno dell’equipe e con i partner della rete.

Gli obiettivi operativi e i contenuti delle attività formative, inoltre, perseguono la finalità di elaborare le esperienze connesse allo svolgimento delle funzioni di ciascun operatore all’interno della struttura e gli aspetti emotivo-affettivi e relazionali ad esse legati. A tal scopo sono regolarmente svolte discussioni in gruppo sui casi trattati, sui vissuti degli operatori in relazione ad essi e sulle dinamiche all’interno dell’équipe.

Tra le azioni a sostegno di tali finalità vi è anche un costante lavoro di supervisione sia metodologica, sia finalizzata all’elaborazione degli aspetti affettivo-relazionali connessi alle funzioni di ciascuna figura professionale.

Il monitoraggio e la verifica dei risultati della formazione avviene attraverso i seguenti strumenti:

  • questionario iniziale elaborato ad hoc per la rilevazione di atteggiamenti e conoscenze di base;
  • verifiche in itinere attraverso appositi strumenti (giochi psicologici, schede, etc.);
  • questionario finale elaborato ad hoc per la valutazione delle conoscenze e competenze acquisite;
  • il monitoraggio avviene attraverso un incontro settimanale durante i successivi nove mesi (supervisione ed aggiornamento finalizzati a guidare e supportare i volontari durante l’intero iter del progetto).

La metodologia cui si fa ricorso sarà basata sulle seguenti tecniche:

  • lezioni frontali;
  • giochi psicologici;
  • esercitazioni pratiche guidate;
  • discussioni di gruppo;
  • circe time;
  • studio di materiale didattico.

I soggetti destinatari della formazione di base sono i dipendenti della cooperativa in servizio presso le due strutture residenziali .

Referenti tecnici: Responsabile del servizio Sviluppo e Organizzazione della cooperativa.

Risorse (umane, logistiche) 2020

Con riferimento alle risorse umane va precisato che la maggior parte del personale in servizio presso la cooperativa 3P è assunto a tempo indeterminato avendo a riferimento il contratto collettivo nazionale per le cooperative sociali, fanno eccezione la figura professionale del supervisore, dell’assistente sociale e  dell’infermiere che sono professionisti esterni in convenzione.

Le risorse umane in servizio presso le tre unità aziendali sono:

1 Responsabile dell’U.O. Comunità Residenziali con funzioni di:

  • Coordinamento delle due strutture di accoglienza Mamma-Bambino 
  • Coordinamento e raccordo con i servizi sociali territoriali 
  • Gestione e amministrazione della  struttura;
  • Collaborazione  con  le Istituzioni Territoriali, il E.I.A.M., il Tribunale per i Minorenni;
  • Verifica e Monitoraggio delle attività 
  • contatto diretto con l’Ufficio Amministrativo, il Rappresentante Legale e il Servizio Psico-Sociale Aziendale.

1 Responsabile P.E.I 

  • Coordinamento, attuazione e verifica delle attività previste nel P.E.I (Progetto Educativo Individualizzato) degli utenti inseriti in struttura.

1 Psicologo supervisore esterno con le seguenti funzioni:

  • conduzione degli incontri di supervisione in gruppo a cadenza bimestrale, al fine di  indirizzare l’équipe nella gestione dei casi maggiormente problematici;
  • armonizzare l’operato dei componenti dell’équipe, ponendo attenzione alle modalità relazionali operatore-utente ed operatore-operatore;
  • favorire l’elaborazione dei vissuti affettivi e relazionali,  fornendo un orientamento sul versante metodologico. 

In generale, predispone la presenza di uno spazio comune di elaborazione degli aspetti psicologici della professione e  struttura e svolge lo stage di formazione per l’équipe.

1 Infermiere in convenzione

  • Somministrare le terapie che necessitano per ogni minore e successive visite periodiche.

Si occupa dunque di tutelare e curare la salute degli ospiti della struttura. 

Casa di accoglienza Casa Tartaruga 1

Risorse Umane 

1 Responsabile della struttura con funzioni di:

  • prima accoglienza/presa in carico dei soggetti ospiti;
  • coordinamento dell’équipe di lavoro;
  • stesura relazioni sul funzionamento della struttura e dei soggetti accolti.

1 Responsabile P.E.I con funzione di:

  • coordinare le attività di osservazione trimestrale;
  • stesura trimestrale dei P.E.I;
  • pianificazione e realizzazione delle attività laboratoriali;
  • monitoraggio e verifica del raggiungimento degli obiettivi previsti nel Piano Educativo Individualizzato.

6 Educatori con funzioni di:

  • gestione delle attività per gli ospiti della comunità, occupandosi del nutrimento, del riposo, dello svolgimento dei compiti scolastici dei minori  e dell’organizzazione del tempo libero. Quest’ultimo deve comprendere attività che forniscano al soggetto tutti gli stimoli necessari a garantire il benessere  psico-fisico e  motivino i soggetti accolti allo sviluppo  di competenze affettivo – relazionali, nonché  allo sviluppo progressivo dell’autonomia.

2 volontari con funzioni di:

  • supporto operativo agli operatori.

Ausiliario con le seguenti funzioni:

  • lavanderia, stireria, pulizia e manutenzione dei locali ed ogni altro compito connesso alle esigenze dei minori  sotto il profilo igienico e logistico;
  • pulizia e riordino delle stoviglie e della cucina.

Addetto alla cucina con le seguenti funzioni:

  • preparazione dei pasti giornalieri, assicurandosi della presenza in essi dei principi nutritivi                   necessari nella giusta proporzione e della freschezza degli alimenti utilizzati;
  • preparazione di pasti particolari, qualora gli utenti presentino, per motivi di salute transitori o definitivi, delle esigenze particolari. 

Casa di accoglienza Tartaruga 2

Risorse Umane 

1 Responsabile della struttura con funzioni di:

  • prima accoglienza/presa in carico dei soggetti ospiti;
  • coordinamento dell’équipe di lavoro;
  • stesura relazioni sul funzionamento della struttura e dei soggetti accolti.

1 Responsabile P.E.I con funzione di:

  • coordinare le attività di osservazione trimestrale;
  • stesura trimestrale dei P.E.I;
  • pianificazione e realizzazione delle attività laboratoriali;
  • monitoraggio e verifica del raggiungimento degli obiettivi previsti nel Piano Educativo Individualizzato.

5 Educatori con funzioni di:

  • gestione delle attività per gli ospiti della comunità, occupandosi del nutrimento, del riposo, dello svolgimento dei compiti scolastici dei minori  e dell’organizzazione del tempo libero. Quest’ultimo deve comprendere attività che forniscano al soggetto tutti gli stimoli necessari a garantire il benessere  psico-fisico e  motivino i soggetti accolti allo sviluppo  di competenze affettivo – relazionali, nonché  allo sviluppo progressivo dell’autonomia.

 1 volontario con funzioni di:

  • supporto operativo agli operatori.

Centro Kore 

Risorse umane

1 Responsabile della struttura con funzioni di:

  • prima accoglienza/presa in carico dei soggetti ospiti;
  • coordinamento dell’équipe di lavoro;
  • stesura relazioni sul funzionamento della struttura e dei soggetti accolti.

1 Responsabile P.E.I con funzione di:

  • coordinare le attività di osservazione trimestrale;
  • stesura trimestrale dei P.E.I;
  • pianificazione e realizzazione delle attività laboratoriali;
  • monitoraggio e verifica del raggiungimento degli obiettivi previsti nel Piano Educativo Individualizzato.

5 Educatori con funzioni di:

  • gestione delle attività per gli ospiti della comunità, occupandosi del nutrimento, del riposo, dello svolgimento dei compiti scolastici dei minori  e dell’organizzazione del tempo libero. Quest’ultimo deve comprendere attività che forniscano al soggetto tutti gli stimoli necessari a garantire il benessere  psico-fisico e  motivino i soggetti accolti allo sviluppo  di competenze affettivo – relazionali, nonché  allo sviluppo progressivo dell’autonomia.

 1 volontario con funzioni di:

  • supporto operativo agli operatori.

Le attività svolte nel 2019-2020:

In entrambe le comunità mamma- bambino le attività proposte e svolte dai nostri bambini nel 2016 sono le seguenti:

  • Giardinaggio: La struttura dispone di un piccolo giardino esterno che con il supporto degli educatori e delle loro mamme, i bambini hanno la possibilità di curare: innaffiando,potando e  piantando fiori, piante e verdure per ogni stagione.. Questa attività, del fare, stupisce molto i nostri piccoli che hanno così la possibilità di vedere i cambiamenti, di assaggiare i frutti raccolti e al tempo di comprendere i ritmi ed i tempi della natura.
  • Sport: I bambini della nostra struttura vengono iscritti ad attività sportive (danza, calcetto..) rispettando le loro preferenze ed inclinazioni. L’idea d’impegnare i nostri piccoli in un’attività sportiva è finalizzata allo sviluppo di una competitività costruttiva, infondendo stima e fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità; inoltre essendo attività educative e socializzati sono utili nell’interiorizzazione di regole e modelli di comportamento
  • Tempo libero Quotidianamente i nostri piccoli ospiti dopo aver svolto i compiti scolastici vengono intrattenuti in attività ludico- ricreative, come giochi all’aperto, disegno, pittura o uscite pomeridiane, soprattutto nel fine settimana nei luoghi da loro preferiti: parco, bowling, gonfiabili, giostre, cinema…
  • Corso di Catechismo e di Cresima: Nel rispetto di ogni religione seguiamo e supportiamo i nostri piccoli unitamente alle loro mamme, nel frequentare e seguire il proprio credo.
  • Laboratorio di educazione alimentare. L’obiettivo degli incontri è quello di far conoscere ai bambini l’importanza dell’alimentazione e di riportare le loro abitudini alimentari, sviluppare un comportamento responsabile nella scelta dei cibi e conoscere realtà diverse o legate alla tradizione del territorio grazie anche alla presenza di bambini di nazionalità differenti

Nell’anno 2019-2020, le comunità hanno accolto:

CASA TARTARUGA 1: 

4 donne, di cui 3 extracomunitarie di età compresa tra 21 e 38 anni

5 minori di età compresa tra 1 e 5 anni 

CASA TARTARUGA 2:

4 donne di cui una extra comunitaria di età compresa tra 20 e 32 anni 

5 minori di età compresa tra 1 e 10 anni 

Centro Kore (anno 2020)

4 donne di età compresa tra 23 e 47 anni

8 minori di età compresa tra 5 e 16 anni

Iniziative e progetti 

ANNO: 2020

  • Ruolo: Coordinatore
  • Ente finanziatore: Agenzia Nazionale Indire – Programma Erasmus plus – Educazione degli adulti 
  • Titolo progetto: RE-Ability – educazione degli adulti per promuovere le capacità relazionali
  • Descrizione: progetto finalizzato alla realizzazione di un progetto di educazione genitoriale che sia individualizzato e tarato sulle potenzialità/risorse del singolo al fine di consentire un graduale potenziamento delle competenze relazionali ed emotive del genitore inserito nei percorsi di accoglienza. 

ANNO: 2019

  • Ruolo: Coordinatore
  • Ente finanziatore: Agenzia Nazionale Indire – Programma Erasmus plus – Educazione superiore
  • Titolo progetto: CARE – Accompagnare i Careleares in un percorso di Autonomia Resilienza ed Empowerment
  • Descrizione: progetto finalizzato alla strutturazione di strumenti atti a definire fattori protettivi e di rischio dei percorsi intrapresi dai neomaggiorenni in uscita dalle comunità di accoglienza al fine di potenziare i fattori protettivi attraverso progetti di autonomia individualizzati e supportati da un tutor dell’autonomia debitamnete formato

ANNO: 2019

  • Ruolo: Coordinatore
  • Ente finanziatore: Regione Siciliana 
  • Titolo progetto: sportello d’ascolto
  • Descrizione: progetto finalizzato alla realizzaione di uno sportello d’ascolto per donne vittime di abuso e maltrattamento

ANNO: 2018

  • Ruolo: Coordinatore
  • Ente finanziatore e bando di riferimento: Agenzia INDIRE, Programma ERASMUS + Educazione degli Adulti – Development of innovation. 
  • Titolo progetto: FOCUS – FOstering the Capacity of social workers delivering edUcation on life Skills.
  • Descrizione progetto: progetto internazionale rivolto allo scambio di buone prassi tra operatori di comunità residenziali di tre paesi Europei (Italia, Portogallo e Romania) in materia di life skills ed emotional skills. La 3P crede molto nella formazione e aggiornamento professionale del proprio staff, ricorrendo alle diverse opportunità offerte dagli Enti preposti per garantire la qualità della formazione ricevuta, così da offrire un servizio elevato ai propri utenti.

ANNO: 2018

  • Ruolo: Coordinatore
  • Ente finanziatore e bando di riferimento: Commissione Europea, DG Justice (Bruxelles), Programma REC (Rights, Equality and Citizenship). 
  • Titolo progetto: “Children for children wellbeing: strengthening National Child Care System to guarantee equal rights for all children (CHILD.FOR.CHILD)”. 
  • Descrizione progetto: progetto internazionale, finanziato dalla Commissione Europea, DG Justice (Bruxelles) rivolto ai giovani che escono dalle comunità educative, i cosiddetti careleavers. Con il progetto si intendono potenziare le competenze degli operatori delle comunità al fine di essere in grado di seguire adeguatamente il percorso di uscita dei minori dalle comunità, fornendo loro skills per un effettivo inserimento sociale, lavorativo, culturale e un recupero psicologico (in relazione al tipo di trauma – violenza – subito). 

ANNO 2017

  • Ruolo: Partner
  • Ente finanziatore e bando di riferimento: Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le pari opportunità
  • Titolo progetto: EQUALLY EQUAL
  • Descrizione progetto:il progetto, realizzato nel territorio palermitano, specificatamente nel Liceo psico-pedagocio De Cosmi, ha visto il coinvolgimento degli studenti dell’Istituto (circa 900) nell’attività di rilevazione dati circa il fenomeno della violenza di genere. Sulla scorta delle informazioni raccolte si è dunque proceduto alla realizzazione di attività formative e informative rivolte ai giovani studenti e ai genitori in materia di contrasto alla violenza di genere, nonché alla identificazione, da parte dei genitori, di eventuali campanelli di allarme circa situazioni di violenza vissute dai propri figli. Infine, dieci studenti sono stati formati e divenuti peer educators, partecipando alla realizzazione di momenti di confronto e scambio all’interno delle varie classi dell’Istituto. 

ANNO 2017

  • Ruolo: Coordinatore
  • Ente finanziatore e bando di riferimento: Regione Siciliana, Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Servizio 5 Dipartimento della Famiglia e delle Politiche Sociali. 
  • Titolo progetto: L’Orto dei Giovani
  • Descrizione progetto: Perché la scelta di un orto? Da un punto di vista educativo, l’Orto rappresenta uno strumento educativo potente e multiforme che permette di imparare facendo. Nell’Orto si unisce teoria e pratica, cioè il pensare e il ragionare con il progettare e il fare. In un orto si imparano i modi ma anche i momenti adatti per seminare e per raccogliere. Gli orti, in questa accezione, diventano dunque uno strumento per poter sviluppare il concetto del “prendersi cura di”, di imparare ad aspettare, di promuovere il senso di responsabilità nei ragazzi attraverso l’accudimento dello stesso. In particolar modo l’attività dell’orto sarà incentrata sulla coltivazione, produzione e commercializzazione di alcune piante officinali (appartenenti al sotto gruppo delle aromatiche). La selezione delle piante officinali quale oggetto di coltivazione non è stata causale, bensì si inspira al Piano di Azione Nazionale approvato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e successivi regolamenti atti a sostenere tale coltivazione a livello nazionale. 

ANNO 2017

  • La 3P ha aderito al “Gruppo Zero”, una rete regionale tra centri antiviolenza, sportelli di ascolto, case rifugio, case di accoglienza che si pone come obiettivo il contrasto alla violenza di genere, la tutela della donna, il cambiamento sociale e l’educazione all’uguaglianza di genere.